Elif Shafak – Il palazzo delle pulci

by La Libraia

Buongiorno lettori,

capita a volte di conoscere un autore, apprezzare il suo stile narrativo,  e di imbattersi poi, in un suo testo che invece non ci convince appieno.

Quante volte vi è capitato di dare per assodato che ogni libro a venire dello stesso autore sarebbe sempre stato all’altezza? Con quale autore in particolare?

Finito di leggere Bastarda di Instambul (Rizzoli, 2007) avevo dato per assodato che Elif Shafak mi avrebbe regalato molte altre emozioni.

Poi ho letto lentamente Il palazzo delle Pulci ( Rizzoli, 2008) e pagina dopo pagina ero sconcertata dalle emozioni discordanti che stavo provando.

Nel romanzo in questione, ambientato nel cuore pulsante di Istanbul, troviamo quello che un tempo era il Palazzo Bonbon, un regalo di un ricco russo per sua moglie.

La prima parte del libro è incentrata sulla storia del palazzo, sui cimiteri su cui è stato edificato, e il lento ed inesorabile declino al quale è destinato dopo la morte dei proprietari.

Successivamente troviamo un viaggio tra gli appartamenti dell’oramai fatiscente palazzo, e la descrizione dei suoi inquilini.

Il puzzo e la sporcizia fanno di via Cabala 88 un letamaio diviso in 10 appartamenti.

In queste stanze emergono intrecci tra passato e presente, dove la città sembra parte integrante del palazzo stesso, con le sue abitudini e tradizioni.

Probabilmente proprio la trasfigurazione della città nelle singole storie degli inquilini è la parte che ho potuto apprezzare maggiormente del romanzo.

Metin e la consorte Nadia, profuga ucraina che ama solo le soap opera, I gemelli gay Cemal e Celal, il professore alcolizzato divorziato che cerca di tenere lontano il pattume, il nonno Hadji Hadji che racconta sempre storie ai nipotini, Sidar e il suo inseparabile cane Gaba, l’ Amante Blu e Madama Zietta.

Sono solo alcuni dei personaggi che l’autrice ci presenta capitolo per capitolo, strappando talvolta anche qualche sorriso ironico.o67

La difficoltà riscontrata in questa lettura probabilmente è stata quella dei passaggi tra gli appartamenti, talvolta slegati tra loro.

La scrittura rimane rindondante e piena di significati che la scrittrice vuole passare anche cripticamente, e se non si apprezzano i momenti di alto, forse i bassi risulteranno davvero insormontabili.

Consiglio vivamente di giudicare il libro nella sua interezza, con i messaggi culturali che vuole trasmettere.

Della scrittrice ho letto titoli migliori, oltre che Bastarda di Istanbul, Latte nero (Rizzoli, 2010) e Tre figlie di Eva.(Rizzoli, 2016), e proprio per questo vorrei soffermarmi nel dire che ogni scrittore deve essere giudicato secondo me, nella sua completezza bibliografica.

Libro consigliato ad un pubblico femminile che ama l’Oriente e leggere spaccati di vita quotidiana.

Potete trovare il libro cliccando qui.

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