Lars Kepler

by La Libraia

Giovedì 6 Dicembre 2018 al Noir in Festival di Como, presso il Teatro Sociale, ho avuto il grandissimo piacere di conoscere Lars Kepler.

Per chi non lo sapesse, Lars Kepler, autore del pluripremiato L’ipnotista (Longanesi, 2010), è lo pseudonimo utilizzato dai coniugi svedesi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril.

Nella Sala Turca del Teatro Sociale di Como c’era fermento per l’attesissima presentazione del loro nuovo libro, Lazarus, sempre edito da Longanesi.

La coppia risulta fin da subito molto coesa e affiatata, durante l’intervista risulta spigliata e simpatica.

La storia dello scrivere a quattro mani è nata nel più totale riserbo infatti non avevano detto a nessuno la loro intenzione di scrivere assieme.

Alexander era già famoso per aver scritto The Director, mentre  Alexandra nata attrice si era già avvicinata alla scrittura con Stjärneborg.

Hanno dichiarato che avevano già provato a scrivere altri generi assieme ma con scarsi risultati, se non addirittura con qualche discussione.

Poi la rivelazione. Hanno scritto L’ipnotista in anonimato, e comunicavano con l’editore solo tramite mail, fino al giorno “un po’ drammatico” come ricorda Alexandra, di quando in Svezia si scoprì la vera identità di Lars Kepler.

I coniugi si trovavano nel loro cottage sulla costa svedese, stavano per andare a dormire, quando videro delle luci di torce in giardino. Scesero ad aprire la porta e un giornalista puntandogli la torcia in volto li intimò:

Ammettete di essere voi due Lars Kepler!

Il giorno successivo indissero una conferenza stampa per rivelare ufficialmente la loro identità, curioso fu che le testate giornalistiche parlarono più di loro che del fidanzamento della principessa di Svezia.

Gli scrittori hanno parlato del nuovo romanzo Lazarus, e ci confessano che con questo romanzo sono arrivati molto vicini a conoscere nell’intimo i loro due protagonisti, l’ispettore finnico Jonna Linna e l’agente speciale Saga Bauer.

Senza fare spoiler, gli autori hanno parlato di una scena molto cruenta dove Jonna Linna sarà coinvolto personalmente.

L’incontro con Lars Kepler è stato istruttivo giacché si è parlato anche del genere thriller svedese e delle linee guida che solitamente segue.

Infatti dopo l’avvento di Stieg Larsson che scrivendo Uomini che odiano le donne ( Marsilio, 2007) soppiantò il vecchio stile poliziesco, il thriller svedese ha preso una direzione differente.

Il romanzo non è più solo un intreccio perfetto, un caso poliziesco ben articolato.

La storia deve coinvolgere sentimentalmente e psicologicamente il lettore, entrando nel profondo dei personaggi. Come dice Alexander, se non c’è empatia con i personaggi, non può nascere un buon romanzo, è come essere su delle montagne russe dei sentimenti.

Gli autori hanno dichiarato che prima di iniziare a scrivere passano mesi a fare ricerche.

Si recano al poligono, parlano con medici legali e poliziotti.

Sul muro del loro studio iniziano ad attaccare foglietti e post it che collegano con tante linee, e la trama inizia così a prendere forma, ma solo quando trovano l’intreccio perfetto iniziano propriamente a scrivere il romanzo.

Successivamente, uno di fianco all’altro scrivono le scene, e se le inviano reciprocamente via mail. Ogni volta che ricevono il pezzo scritto dal coniuge lo riprendono in mano, lo evolvono e lo migliorano. Con questo metodo, ci spiegano, perdono la visione singola e si avvicinano alla scrittura corale di Lars Kepler.

Alexander racconta che quando pensa ai dialoghi inizia a sussurrarli, poi li trascrive e li invia alla moglie, che  sua volta, con grande maestria aggiunge tutta l’ambientazione.

Infine si è parlato delle trasposizioni cinematografiche, dove senza indugi hanno dichiarato che purtroppo il film uscito in Svezia su l’ipnotista non è stato concordato con loro e non corrisponde al loro best seller. Hanno successivamente ricomprato i diritti cinematografici e sono in contatto con la Paramount per una serie tv che coinvolgerà tutti i loro romanzi.

E’ stato davvero un piacere conoscerli personalmente, e per questo, ringrazio Longanesi.

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